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Non solo giallo, bianco e rosa. Tutti i colori dell’oro

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Quanti sono i colori dell’oro? La risposta più comune a questa domanda è tre: oro giallo, oro bianco e oro rosa, i più diffusi nella gioielleria. In realtà, sono ben nove, anche se alcuni di questi sono poco usati, e comprendono sfumature che vanno dal rosso al verde, dal viola al blu, fino al nero. Allo stato naturale l’oro è giallo: gli altri colori (a eccezione del nero, che richiede altri trattamenti) si ottengono unendo all’oro altri metalli.

Come si misura la purezza dell’oro

L’oro utilizzato in gioielleria è sempre una lega metallica: l’oro puro, infatti, è troppo morbido e non può essere lavorato per creare gioielli. La purezza dell’oro si misura in carati, che indicano la quantità di oro puro presente nella lega: quello al 100% è a 24 carati ed è usato per i lingotti, mentre quello a 22 carati (91,7%) per coniare monete. L’oro più diffuso per i gioielli è a 18 carati (75%), ma si usa anche a 14 carati (58,3%). Il numero minimo di carati nei gioielli in commercio varia a seconda dei Paesi: in Italia è 8 carati (33%), mentre per esempio negli Stati Uniti l’oro è definito tale se ha almeno 10 carati (41,7%)

L’oro a 18 carati, dunque, è composto da 3 quarti di oro puro e da 1 quarto di un altro metallo, o da una composizione di più metalli in percentuali diverse. Sono questi metalli che danno all’oro le diverse sfumature. Vediamo dunque come si ottengono tutti i colori dell’oro a 18 carati.

I 9 colori dell’oro

I colori classici

Oro giallo

È il colore più simile a quello dell’oro naturale ed è il più tradizionale e amato per i preziosi. L’oro giallo è composto dal 75% di oro, unito con argento (7-12%) e rame (13-18%): la percentuale di questi due metalli dipende dall’intensità del giallo che si vuole ottenere. Aumentando la quantità di argento, infatti, il colore dell’oro sarà più chiaro.

Oro bianco

Al secondo posto, tra i colori dell’oro più diffusi in gioielleria, c’è l’oro bianco, ottenuto con un 25% di nichel, argento o palladio. La lega con il nichel è più resistente, mentre quella con il palladio la rende più malleabile. Per aumentare la lucentezza dei gioielli in oro bianco si usa spesso sottoporli a un trattamento di rodiatura.

Oro rosa

Molto apprezzato nella Russia dell’Ottocento, l’oro rosa era poi scomparso dalla gioielleria moderna, ma è tornato di moda da diversi anni. Si ottiene unendo all’oro giallo il 20% di rame e il 5% di argento.

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Gli insoliti

Oro rosso

È meno utilizzato dell’oro rosa, ma la composizione è simile: cambia la percentuale di rame, che sale al 25% e dona quindi un colore più intenso.

Oro verde

Un colore apparentemente insolito, ma già noto nell’antichità: per ottenere il verde basta infatti legare l’oro puro con l’argento e il rame, nella stessa quantità (12,5% ognuno). Modificando le percentuali di argento e rame e aggiungendo una piccola quantità di cadmio si rende più intensa la sfumatura di verde.

Oro viola

Chiamato anche oro ametista, è una lega di oro e alluminio. L’oro viola non viene però usato spesso per creare gioielli, perché, a causa del processo di fusione e di lavorazione dei metalli, risulta molto più fragile degli altri tipi di oro.

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Oro blu

Dall’unione di oro e ferro nasce l’oro blu: la sfumatura deriva da un trattamento termico che ossida gli atomi di ferro sulla superficie dell’oro. L’oro blu si può ottenere anche da una lega con due metalli rari, il gallio e l’indio. Anche in questo caso si tratta di un materiale fragile.

Oro grigio

Si ottiene unendo oro e palladio, oppure argento, con l’aggiunta di manganese, che dona al metallo la sfumatura grigia, molto apprezzata nei gioielli contemporanei.

Oro nero

È l’unico, tra i colori dell’oro, che non si ottiene da una lega con altri metalli, ma da trattamenti chimici: la superficie dell’oro, infatti, viene scurita con un bagno galvanico che utilizza rutenio, cromo o cobalto. Più di recente, si è raggiunto lo stesso risultato attraverso la creazione, grazie a tecnologie 3D e laser, di nanostrutture metalliche che vengono fissate sull’oro.