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La rodiatura: che cos’è e quando è utile per i tuoi gioielli

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Un bagno di lucentezza: potremmo definire così la rodiatura, il trattamento usato nell’oreficeria per rendere più brillanti i gioielli in oro bianco e argento. È un procedimento non solo estetico, ma anche utile per proteggere la superficie dei gioielli dagli agenti esterni che potrebbero rovinarla. Vediamo dunque nel dettaglio di che cosa si tratta e come funziona.

Che cos’è la rodiatura

Il nome deriva dal rodio, un metallo prezioso, anzi il più prezioso al mondo: il suo valore, infatti, supera notevolmente quello dell’oro. Il motivo è nella difficoltà di reperimento ed estrazione: il rodio è molto raro e si trova spesso in minerali di altri metalli, come il platino. È di colore bianco-argenteo e molto resistente, tanto da essere usato anche nell’industria. In gioielleria è spesso legato al platino, per aumentarne la durezza, e appunto come trattamento per aumentare la lucentezza dell’oro bianco e dell’argento.

Come funziona la rodiatura

La rodiatura, dunque, è il processo che permette di ricoprire i gioielli con un sottile strato di rodio, il cui spessore può andare da un minimo di 0,1 micrometro (1 micrometro, in passato chiamato micron, è un millesimo di millimetro) a un massimo di 25 micrometri. Il trattamento si svolge attraverso l’elettrolisi, il processo che ottiene una trasformazione chimica attraverso l’energia elettrica. L’elettrolisi fu scoperta dal chimico italiano Luigi Brugnatelli nel 1805 ed è alla base anche di altri processi per ricoprire metalli, come la placcatura in oro e in argento.

Il procedimento prevede un bagno galvanico (si chiama infatti anche “rodiatura galvanica”), cioè una vasca che contiene una soluzione acquosa del sale del rodio. Nella vasca si immerge il gioiello da rodiare, che, attraverso l’elettricità, si ricopre di microparticelle di rodio.

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Quando è utile rodiare un gioiello

Sono diversi i risultati che si possono ottenere da questo trattamento, che, come già detto, non riguarda solo l’aspetto esteriore dei gioielli, ma anche la loro cura nel tempo.

Quando conviene far rodiare un gioiello?

– Quando si possiede un monile che mostra i segni del tempo e dell’usura ed è opacizzato e/o segnato in superficie: la rodiatura lo riporterà “a nuovo”, donandogli lucentezza e splendore.

– Se si desidera una maggiore protezione e durata: la superficie del gioiello, così trattata, resiste meglio e più a lungo ai graffi e ai rischi di corrosione.

– Nel caso di allergia al nichel: la rodiatura protegge la pelle dal contatto con il nichel, a volte utilizzato per i gioielli in oro bianco e argento, ed è ben tollerata dalle persone allergiche.

È da sottolineare che anche lo strato di rodio, col tempo, può consumarsi, diventando più sottile e rendendo quindi necessaria una nuova rodiatura.

Tra i possibili svantaggi, dobbiamo menzionare il costo del trattamento, che può essere elevato: l’utilizzo di un metallo così raro e prezioso non è certo economico, ma il costo può essere bilanciato da una maggiore durabilità del gioiello.

Come pulire i gioielli rodiati

Se la regola generale per la cura dei gioielli suggerisce di evitare prodotti chimici e trattamenti aggressivi, questo vale ancora di più nel caso dei monili rodiati. Il rischio, infatti, è quello di danneggiare lo strato di rodio, vanificando quindi tutto il trattamento.

La pulizia ideale è dunque quella con sola acqua e un panno o uno spazzolino molto morbidi.

Per proteggere il più a lungo possibile la rodiatura, è consigliabile inoltre evitare il contatto con altri gioielli, che potrebbero creare dei graffi sulla superficie rodiata.