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I gioielli nella Grecia antica tra natura, mitologia e raffinatezza

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Sebbene siano forse meno conosciuti delle celebri opere di scultura e architettura classica, anche i gioielli nella Grecia antica ebbero un ruolo importante come testimoni dell’arte greca. E come ogni manifestazione artistica, anche gli oggetti di oreficeria sono strettamente legati all’epoca storica in cui sono stati realizzati.

L’evoluzione dei gioielli nella Grecia antica

I monili più antichi tra natura e geometria

I primi oggetti preziosi, come attestano i ritrovamenti archeologici, risalgono all’età minoica, la civiltà nata nell’isola di Creta nel periodo dell’età del bronzo. In questa epoca (che prende il nome dal re mitologico Minosse) i cretesi, un popolo di commercianti marittimi, importava metalli da diverse aree del Mediterraneo, come Cipro, la Siria e l’Asia Minore. I gioielli erano realizzati principalmente in oro, ma si usavano anche argento, stagno e rame. Collane, bracciali e anelli – indossati da donne e uomini – richiamavano la natura: i soggetti preferiti erano i fiori e piante, ma anche api, calabroni e scarabei.

I motivi geometrici arrivarono nei gioielli nella Grecia antica grazie alla civiltà micenea, nata verso il 1600 a.C. nella città di Micene. I Micenei erano un popolo di guerrieri: tra i gioielli ritrovati ci sono spade con ricche decorazioni e maschere funerarie in oro. Nei monili aggiunsero ai temi naturalistici forme geometriche come spirali, stelle e mezzelune.

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I gioielli nella Grecia antica dell’età classica

Il periodo classico (V-IV secolo a.C.) fu quello del massimo splendore della cultura greca e quindi anche di ogni forma d’arte, dalla letteratura alla scultura, all’architettura. Era il periodo delle polis, le città-Stato, che mettevano al centro di tutto la vita delle comunità, e questa mentalità ebbe un riflesso importante anche nella creazione dei gioielli. I monili di uso privato, infatti, erano semplici e lineari, quasi sempre senza pietre preziose; i soggetti più frequenti erano figure mitologiche. Una testimonianza dello stile di questi gioielli è nelle decorazioni dei vasi dell’epoca, che ritraevano spesso figure femminili con diademi, collane, bracciali e orecchini. In questo periodo i gioielli della Grecia antica, sebbene semplici, erano comunque raffinati nelle tecniche di lavorazione.

Nei templi, invece, erano numerose le statue degli dei in oro e avorio, decorate con pietre preziose, destinate al culto dei cittadini della polis. Queste statue così preziose erano anche una rappresentazione delle ricchezze della città.

Lo stile elaborato e fastoso dell’età ellenistica

Con il vasto impero creato da Alessandro Magno, nell’età ellenistica (IV-II secolo a.C.) la cultura greca si diffuse verso l’Asia ed entrò in contatto con nuove civiltà. L’arte ne fu molto influenzata e anche l’oreficeria: dall’Oriente arrivarono nuovi metalli e pietre preziose e nuovi stili decorativi. I gioielli divennero sempre più raffinati ed elaborati, sia nella lavorazione, sia nei dettagli cromatici, dati dall’abbondanza di pietre colorate come smeraldi, rubini, ametiste, corniole. Sui monili apparvero decorazioni più ricche, ispirate a personaggi e a storie mitologiche. Nell’ultimo periodo della storia greca, prima della conquista romana, i gioielli nella Grecia antica diventarono il simbolo di uno status sociale di ricchezza e di fasto, a imitazione dello stile di vita dei principi orientali.

I materiali e le tecniche orafe nella Grecia antica

I metalli preziosi usati dai Greci provenivano principalmente dall’Asia Minore (l’attuale Turchia mediterranea), dove fin dal VI secolo esistevano molte colonie greche. Da qui arrivava l’oro, il metallo più apprezzato, ma anche l’argento e l’elettro, una lega naturale di oro e argento, che nei tempi più antichi era molto abbondante e veniva usata anche per coniare le monete.

Le tecniche di lavorazione dei gioielli nella Grecia antica erano già avanzate anche nei periodi più arcaici: fin dall’età minoica erano note lo sbalzo, il cesello e la granulazione, diffusa già tra gli Egizi e poi perfezionata dagli Etruschi.

Con l’arrivo delle pietre preziose dall’Oriente i Greci impararono anche l’arte di intagliarle. Si diffusero così i primi cammei, creati soprattutto incidendo la sardonice, una varietà di quarzo con strati alternati rossi e bruni. Su molti anelli maschili erano incastonate pietre intagliate usate come sigillo per i documenti.